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Il fantasma di Messer Filippo

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micia gatta
icon1  view post Posted on 18/1/2013, 15:51     +1   -1




DA ESPLORIAMO -MODENA -QUESTO CURIOSO RACCONTO....
Il castello di Spilamberto fu eretto nel 1210 sulla sponda sinistra del fiume Panaro, per contrastare le milizie bolognesi. In molti si avvicendarono il potere della città come i Pico della Mirandola e in fine gli estensi. Qui venne istituita una fiorente filanda del baco da seta, che portò la città ad essere conosciuta negli ambiti commerciali in tutta la regione. Il castello attuale non è veritiero, in quanto la costruzione medioevale fu bruciata in un incendio nel 1252. Una leggenda narra che dal ‘600 il mastio dia presieduto dal fantasma di Messer Filippo, morto a causa dell’Amore per una gentil donna sposata, i due sorpresi dal marito della donna, subirono le ire di quest’ultimo che uccise il rivale e mandò la moglie in convento. Da allora il fantasma di Messer Filippo si fa sentire all’orecchio delle giovani fanciulle innamorate o in attesa di un amore che tarda ad arrivare.

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Nel 1947, durante i lavori di restauro al Torrione medievale finalizzati a sanare i danni provocati dal secondo conflitto mondiale, fu scoperta una cella segreta (mt. 2 x 1,50) i cui muri erano interamente ricoperti da iscrizioni graffite: un vero e proprio diario in forma di fumetto tenuto da un prigioniero che aveva viaggiato molto, non del tutto incolto, amante del "dolce stil novo" e che si esprimeva in rima. La cella narra la storia di Messer Filippo (Felippus, come si legge sui muri), un mercante (probabilmente spagnolo) vissuto nel secolo XVI che, navigando giunge a Spilamberto per offrire le proprie sete e mercanzie alla bella castellana di cui si innamora. Ma è un amore proibito che lo conduce alla morte ed in attesa del supplizio, rinchiuso in questa angusta prigione, lascia il suo racconto sulla pietra. La leggenda vuole che prima di morire il giovane mercante abbia fatto udire alla sua bella, lontana dal luogo del patibolo, il suo lamento d'amore ed ancora oggi, nelle calde notti estive, sia facile udirlo. Diversi studiosi si sono cimentati nello studio dei graffiti concordando che essi risalgono al sec. XVI; molte rime e molti disegni, ingenui e con didascalie racchiuse in riquadri come appunto nei moderni fumetti, sono ancora leggibili anche se sempre più labili. Fino ad ora gli esperti interpellati non sono stati in grado di arrestare il processo di decomposizione del materiale utilizzato per dare colore ai graffiti, materiale la cui composizione è molto discussa: sangue? sostanze biologiche?, acque mista a polvere di pietra? Tutto contribuisce ad infittire il mistero di questa cella e del suo abitatore che gli Spilambertesi considerano ormai loro concittadino,visto che da cinquecento anni dall'alto del Torrione ne osserva, discreto, le vicissitudini.
 
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